Ieri ho letto questo bellissimo racconto, che definirei quasi un apologo, sul blog di Filippo Fenara, Le Mie Cose, e gli ho chiesto il permesso di ripubblicarlo. Lui ce lo ha gentilmente concesso, e di questo lo ringraziamo, ma ha specificato che il brano è di un anonimo e viene dal web. E allora ringraziamo anche l’anonimo autore di questa bella storia. Se per caso non conoscete ancora il blog di Filippo, fateci un salto perché ne vale davvero la pena: è ricco di idee interessanti e storie originali, alcune più profonde, altre divertenti, e qua e là spuntano ritagli di autentica poesia.
L’orologio
Un anziano incontra un giovane che gli chiede:
– Si ricorda di me? E il vecchio gli dice di no.
Allora il giovane gli dice che è stato il suo studente. E il professore gli chiede:
– Ah sì? E che lavoro fai adesso?
Il giovane risponde:
Beh, faccio l’insegnante.
– Oh, che bello, come me? gli ha detto il vecchio
– Beh, sì. In realtà, sono diventato un insegnante perché mi hai ispirato ad essere come te.
L’anziano, curioso, chiede al giovane di raccontargli come mai. E il giovane gli racconta questa storia:
– Un giorno, un mio amico, anch’egli studente, è arrivato a scuola con un bellissimo orologio, nuovo e io l’ho rubato. Poco dopo, il mio amico ha notato il furto e subito si è lamentato con il nostro insegnante, che era lei. Allora, lei ha detto alla classe:
– L’orologio del vostro compagno è stato rubato durante la lezione di oggi. Chi l’ha rubato, per favore, lo restituisca.
Ma io non l’ho restituito perché non volevo farlo.
Poi lei hai chiuso la porta e ci ha detto a tutti di alzarci in piedi perché avrebbe controllato le nostre tasche una per una. Ma, prima, ci ha detto di chiudere gli occhi. Così abbiamo fatto e lei ha cercato tasca per tasca e, quando è arrivato da me, ha trovato l’orologio e l’ha preso.
Hai continuato a cercare nelle tasche di tutti e, quando ha finito, ha detto:
-Aprite gli occhi. Ho trovato l’orologio. Non mi ha mai detto niente e non ha mai menzionato l’episodio. Non ha mai fatto il nome di chi era stato quello che aveva rubato. Quel giorno, lei ha salvato la mia dignità per sempre. È stato il giorno più vergognoso della mia vita. Non mi hai mai detto nulla e, anche se non mi ha mai sgridato né mi ha mai chiamato per darmi una lezione morale, ho ricevuto il messaggio chiaramente. E grazie a lei ho capito che questo è quello che deve fare un vero educatore. Si ricorda di questo episodio, professore?
E il professore rispose:
-Io ricordo la situazione, l’orologio rubato, di aver cercato nelle tasche di tutti ma non ti ricordavo, perché anche io ho chiuso gli occhi mentre cercavo.
Questo è l’essenza della decenza. Se per correggere hai bisogno di umiliare, allora non sai insegnare.
Grazie per le belle parole spese per il mio blog, sono onorato! 🙏🏻
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Sei tu che ci onori sempre con la tua partecipazione. 🙂
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Stupendo questo racconto, davvero, un insegnamento prezioso!
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Infatti ci è piaciuto tantissimo.
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Si molto bello!!
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Bellissimo racconto, complimenti
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Non è nostro, l’abbiamo solo ripubblicato, perchè ci sembrava davvero bello.
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Ciao, molto bello lo conoscevo ma l’ho riletto volentieri.
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Il racconto è molto bello.
La vita si insegna anche ad occhi chiusi.
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E’ stupenda, grazie! A te, a Filippo e all’anonimo… 🙂 Buon sabato! 😉
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Grazie a te. Buon weekend!
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Grazie, altrettanto a te! 🙂
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😉
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Illuminante.
Buongiorno. 😊
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Ci è sembrata assolutamente da condividere.
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