Il tavolino del bar era rimasto vuoto. La donna si era alzata per prima e si era allontanata con aria frettolosa, come se non vedesse l’ora di andarsene da lì. Non aveva degnato l’uomo neppure di un saluto e aveva lasciato la banconota sul tavolino con un gesto volutamente plateale, quasi a sottolineare che da lui non voleva neppure un caffè. Il quaderno che l’uomo le aveva dato e che sembrava per lui così importante, era ancora dove l’aveva posato, perché lei non l’aveva neppure guardato. L’uomo era rimasto seduto ancora qualche minuto, l’aveva aperto e si era messo a sfogliarlo, con una tristezza infinita nello sguardo ma distrattamente, come se conoscesse a memoria quello che c’era scritto. Poi l’aveva chiuso, di colpo, e buttato lì vicino alle tazzine ormai vuote. Era come se improvvisamente si fosse ricordato di qualcosa, ma quel ricordo gli avesse provocato un dolore insopportabile. Poi si era alzato di scatto, e anche lui se ne era andato senza voltarsi indietro.
Erano passati quasi 15 minuti e nessuno era tornato a riprenderlo: il quaderno era rimasto lì, sul tavolo, sfogliato dal vento. Marta doveva comunque sparecchiare il tavolino per i prossimi clienti, così si avvicinò col vassoio, raccolse le tazzine sporche, la banconota lasciata dalla donna e, senza farsi notare, prese anche il quaderno, poi rientrò rapidamente nel bar. Mise le tazzine a lavare, i soldi in cassa, e nascose il quaderno nella sua borsa, con l’intenzione di restituirlo, se mai qualcuno fosse venuto a richiederlo.
Passarono le ore, il suo turno stava ormai per finire, e nessuno si era ancora presentato. La curiosità la stava divorando, così chiese di poter uscire qualche minuto prima con una scusa, e corse verso l’autobus per non perderlo.
Quando fu seduta, tirò finalmente fuori il quaderno e cominciò a leggere. Quello che lesse era qualcosa a cui non era assolutamente preparata: una lunga, meravigliosa, lettera d’amore, una confessione talmente sincera, emozionante e coinvolgente, che per un attimo dimenticò che non era rivolta a lei, e fantasticò che lo fosse. Mai nella sua vita aveva sentito parole così belle, frasi così intense e profonde. Non erano soltanto parole d’amore, ma molto di più. Erano una dichiarazione di devozione in piena regola. Esprimevano la consapevolezza di un sentimento totale e assoluto, qualcosa che andava oltre il cuore e la ragione, coinvolgendo la mente e l’anima. Erano le parole di un uomo che si stava mettendo a nudo, confessando i propri errori, e chiedendo un perdono che sapeva di non meritare. Erano i pensieri confusi di un’anima innamorata perdutamente, che non aveva saputo dare voce a quel sentimento, e lo aveva compreso a pieno troppo tardi.
Ad un certo punto sentì una lacrima che scendeva sulla guancia. Nessuno le aveva mai detto frasi come quelle, nessuno le aveva mai confessato di amarla in quel modo, di averla pensata ogni giorno, continuamente, chiedendosi dove fosse e cosa stesse facendo. Nessuno le aveva mai detto di aver sentito la sua mancanza e che solo lei aveva dato un senso alle sue giornate. Nessuno l’aveva mai fatta sentire così speciale e nessuno, probabilmente, l’avrebbe fatto mai. Non con quella intensità.
Chiuse il quaderno, perché continuare a leggere era troppo doloroso. Pensò alla donna a cui quelle parole erano dedicate e che non le avrebbe mai lette. Pensò al rancore che doveva nutrire per quell’uomo, alla freddezza e all’indifferenza che aveva ostentato con disprezzo, andandosene in quel modo, senza voltarsi indietro. Pensò a quanto doveva aver sofferto per arrivare a una tale reazione. Poi pensò all’uomo che le aveva scritte, a quanto doveva averla amata e a quanto, nonostante questo, l’avesse fatta soffrire. Pensò al tempo sprecato da quell’uomo, incapace di dare voce ai propri sentimenti, per orgoglio, forse, per paura o semplicemente per immaturità. Pensò a tutto l’amore racchiuso in quelle pagine e si sentì una ladra per averle lette. Poi le venne in mente una frase che le era rimasta impressa, ma non ricordava di chi fosse.
Le lacrime più amare versate sulle tombe sono per le parole non dette e per le cose non fatte.
Si accorse in quel momento che era arrivata alla sua fermata, si alzò, scese dall’autobus e si avviò, come ogni sera, verso casa. Ma questa sera si sentiva molto più triste del solito. E anche un po’ più sola.
bello, ma avrei sperato lei non ne avesse ricavato tristezza e solitudine da ciò che lesse, ma piuttosto una lezione ad essere un filo più coraggiosa
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Chissà, domani è un altro giorno… Magari la mattina dopo si è alzata di buon umore! In realtà la mia idea era fare un parallelo tra la donna che era oggetto di quel sentimento, e che l’aveva sdegnosamente rifiutato, e l’altra donna, che quel sentimento avrebbe desiderato, senza però poterlo avere. Il mio socio adesso direbbe che noi donne siamo complicate…😃
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nono, stavolta mi dis-socio… è molto bella l’idea e lo sviluppo. Quando hai parlato di tombe mi hai riportato alla memoria un epitaffio di Spoon River. L’ho ripubblicato insieme ad un vecchio post cui lo associai
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Sai che la frase esiste davvero, ma non ricordo di chi è. Comunque è verissima.
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🙂
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😃
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15 minuti… abbondanti, dopo! 😛
A parte gli scherzi, una lettura interessante (non il quaderno, eh) di quello che sarebbe potuto succedere e contenere nel diario. Volendo si potrebbe continuare all’infinito, mischiando persone e generi, stili e punti di vista.
Magari… beh, ci penso: vediamo!
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Comunque bel racconto: mi dimentico sempre di scriverlo, visto che ci stai abituando davvero bene! 🙂
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Grazie, siete troppo buoni!
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Naaaa… non ci guadagnamo niente (parlo al plurale: spero nessuno si offenda) a perder tempo a dire cose in cui non crediamo, solo per darti un contentino ipocrita.
E sono convinto che fai così anche tu, perciò dovresti capirci! 🙂
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Ma io dico sul serio che siete troppo buoni. Comunque grazie, mi serve da sprone.
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In realtà i 15 minuti sono quelli passati tra il momento in cui la donna se n’è andata e il momento in cui la cameriera prende il quaderno, sparecchiando. Cameriera molto lenta e bar molto affollato… 😃
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ahahah
Ok, allora ci sta! 😉
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Bellissimo….ma mi sono sentita una💩🙄… tuttavia, certi errori non possono essere cancellati come se niente fosse successo 😁
Complimenti!!
Lacrimuccia, io❤️
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Tu hai fatto la cosa giusta, anzi giustissima!! Nella vita bisogna svegliarsi se ci tieni a una cosa, se no la perdi.
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Al mille per mille!!!
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. . adesso casa e doccia, prima che mi prenda un colpo😂
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Si senza dubbio un bel pezzo
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Grazie.
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Sei bravissima
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Grazie, il racconto di Elena mi ha dato l’idea.
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E’ davvero toccante.. anche questo racconto arriva dritto al cuore, è meraviglioso.
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Grazie!
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Che post meraviglioso!
Buona serata
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Grazie, buona serata anche a te 🙂
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Buongiorno 🙂
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Buona giornata 🙂
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Grazie 🙂 ricambio affettuosamente!
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Grazie
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😃
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Ciao. Lo ricordavo
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Grazie per questa meraviglia.❤️
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Grazie a te per l’apprezzamento 🌷
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un po’ mi identifico con la protagonista
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