Racconti a puntate

La storia di noi due #16

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Anna era partita la sera prima per il convegno con ancora qualche dubbio, e Marco si preparava a partire per Verucchio, dove il giorno dopo si sarebbe aperta la fiera del vino. Ormai era deciso, nessun dubbio sul fatto che doveva conoscere Sara. Per tutto il viaggio in autostrada aveva continuato a pensare al mattino dopo, a come si sarebbe mosso, cosa avrebbe detto. Ormai si era immaginato l’incontro talmente tante volte che era sicuro di riuscire a trovare le parole giuste, niente avrebbe potuto andar storto. La sera in albergo si era collegato col pc al suo blog, e aveva scherzato con Sara come sempre, ben attento a non far trapelare nulla di quello che sarebbe successo da lì a poco.

Si erano salutati come sempre via mail, perché “tutti si danno la buonanotte sul blog, io preferisco salutarti in privato” aveva detto Sara qualche mese prima, e lui era stato felice di questa abitudine del saluto serale, anche se ogni volta doveva cancellare la sua mail, perché non ne restasse traccia. Quella sera Marco non l’aveva cancellata. “Buonanotte e a domani” aveva scritto Sara.
“Buonanotte anche a te, a
domani” aveva risposto Marco. Certo il suo a domani era ben diverso da quello di Sara.

La mattina dopo Marco si era alzato presto, voleva essere certo di essere da Sara quando sarebbe uscita da casa. Preso un caffè, si era messo in macchina e si era diretto a Urbino; mille pensieri gli erano passati per la mente, ma neanche una volta aveva pensato di tornare indietro, questa questione andava sistemata una volta per tutte.
La cittadina era piccola, aveva cercato la via dove abitava Sara affidandosi al navigatore, quella provvidenziale voce femminile che gli dava indicazioni, e ad un certo punto gli era sembrato che dicesse “Sicuro di quello che fai?”. “Certo!” aveva risposto non senza sorpresa. “Allora gira a sinistra alla prossima” aveva detto la voce del navigatore. “Tra duecento metri c’è un posteggio: fermati e pensaci ancora un po’” aveva aggiunto “ti stai cacciando in mondo di guai”. Sapeva che era impossibile, ma Marco avrebbe giurato di averlo sentito. La voce del navigatore gli indicava dove andare, ma continuava a chiedergli se era convinto di quello che stava facendo. A quel punto Marco, ormai in prossimità della casa di Sara, lo aveva spento.
Trovato un posteggio, si era fermato. Era vicino alla sua destinazione, aveva guardato sulla cartina, perciò aveva deciso che l’ultimo tratto lo avrebbe fatto a piedi. Non tutte le strade erano indicate sulla carta, perciò aveva chiesto indicazioni a un edicolante, intanto aveva comprato un quotidiano, e guardando l’orologio, si era accorto che Sara avrebbe già potuto uscire: a volte capitava che dovesse sbrigare delle faccende prima del lavoro, e la sera prima aveva accennato a qualcosa. Perciò Marco aveva affrettato il passo, attraversando sulle strisce con una corsetta, per evitare le macchine che non accennavano a fermarsi.
Sara intanto era già uscita di casa, quella mattina doveva passare da alcuni uffici prima di andare al lavoro; visto che non pioveva, era salita sulla sua bici, come faceva sempre quando il tempo lo permetteva. Stava per immettersi sulla strada, quando aveva sentito un rumore dietro di lei, si era girata un attimo, continuando a pedalare, e quando si era girata di nuovo si era trovata davanti un uomo che stava attraversando correndo, troppo tardi per fare qualsiasi cosa…
Marco, occupato ad evitare le auto, non aveva notato la bicicletta che stava arrivando e se l’era trovata di fronte all’improvviso; aveva fatto in tempo a spostarsi per non essere investito, ma aveva inevitabilmente toccato la donna sulla bici, facendole perdere il controllo. Avevano perso entrambi l’equilibrio ed erano caduti per terra, lei su di lui e la bici su di loro.
Erano a terra e la donna non faceva che scusarsi, cercando di rialzarsi, quando i due sguardi si incontrarono e Marco riconobbe immediatamente Sara. Non c’erano dubbi, il suo viso, la sua voce, quella era Sara. Marco a quel punto aveva sorriso e il cuore aveva cominciato a battergli a mille.
Ancora una volta il destino aveva scelto per lui.
“Sta bene?” aveva chiesto Sara premurosa.
“Certo, cosa si può desiderare di meglio che trovarsi abbracciato a una bella donna di prima mattina?” aveva risposto Marco sorridendo.
“Mi scusi, non l’ho proprio vista” aveva replicato Sara, rossa dall’imbarazzo della situazione, cercando di alzarsi, non senza difficoltà. “Che disastro! Sono una frana, non ne faccio una giusta.”
“Perché? Mi ha centrato perfettamente!”
Sara era scoppiata a ridere mentre aiutava Marco ad alzarsi da terra.
“Lei è sempre così gentile o solo quando la investono?”
“Solo quando mi investe una bella donna.”
Ora erano tutti e due in piedi, uno davanti all’altro, gli occhi negli occhi.
Marco pensò che Sara, spettinata, scomposta e rossa in viso, era ancora più bella di quanto si aspettasse.

Continua…

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